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BUONE VIBRAZIONI!  


Landfill Harmonic: l’orchestra che ha trasformato la spazzatura in musica

E’ questo il primo esempio al mondo di “orchestra riciclata”. Nata nei pressi di Cateura, città paraguayana sorta su una discarica, è composta da molti ragazzi nati e cresciuti in quella difficile realtà, dove le persone passano intere giornate a cercare oggetti rivendibili o riutilizzabili, e dove i giovani spesso finiscono nel tunnel della droga o nella pericolosa e difficile lotta tra gang. E’ qui che Szaran (direttore d’orchestra) e Fabio (insegnante di musica) hanno avuto l’idea di mettere su un programma di musica dedicato ai giovani. Il problema, però, è che presto si sono ritrovati davanti molti studenti e pochi strumenti a disposizione. Un problema apparentemente risolvibile, che è cambiato di segno improvvisamente quando, un giorno, qualcuno ha portato loro un oggetto speciale: un violino fatto con la spazzatura.





5 commenti:

  1. Nella maggior parte delle culture, la musica è quasi sempre un evento collettivo: la gente si riunisce per cantare, ballare, suonare. Anche nelle società occidentali, le uniche a distinguere nettamente tra esecutori e ascoltatori, la gente ama ascoltare musica in compagnia in una grande varietà di situazioni: ballare a un matrimonio, cantare durante funzioni religiose, intonare canti natalizi.
    La popolarità di questi rituali suggerisce che la musica conferisca coesione sociale, magari creando connessioni empatiche tra i menmbri di un gruppo. Mentre si ascolta musica si attivano regioni motorie del cervello, probabilmente allo scopo di elaborare il ritmo. Tra queste vi sono anche le aree premotorie, che preparano una persona all'azione, e il cervelletto, che coordina il movimento fisico. Parte del potere della musica, si ipotizza, derivi dalla sua tendenza a ricalcare e sincronizzare le nostre attività. Così il passo è breve tra camminare, respirare e sentire il battito del cuore - suoni ritmici naturali che non sono intrinsecamente musicali - e tenere intenzionalmente il tempo o copiare l'andatura dell'altro. L'efficacia della musica deriva in parte dal fatto che quando ascoltiamo un motivo possiamo unirci a esso. Sappiamo esattamente come organizzare i muscoli per produrre il suono che stiamo ascoltando. In questo modo il ritmo di una canzone potrebbe servire da collante sociale, favorendo una sorta di legame fisico. (Emozioni in musica - articolo su Mente e cervello n°60 - il mensile di psicologia e neuroscienze).
    Buone Vibrazioni - Hanta Yo

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  2. L’uomo fin dai tempi più antichi ha utilizzato la musica e i canti per accompagnare riti di guarigione, di iniziazione dei giovani all’età adulta, di nascita e di morte, di unione coniugale, cerimonie religiose, propiziatorie, di ringraziamento, di guerra, di celebrazione, utilizzandoli come mezzo alchemico di trasmutazione emozionale delle più diverse dinamiche sociali.
    Recenti studi condotti ormai in tutto il mondo da etnologi, antropologi, psicologi e medici “illuminati” hanno dimostrato che oltre al conosciuto effetto grossolano del suono sulla materia (effetti meccanici delle onde acustiche), è possibile tracciare precise linee di collegamento tra l’utilizzo di determinati strumenti musicali, compresa la voce, e risposte puntuali da parte dell’organismo umano.
    Oggi sappiamo che gli effetti dei suoni sul nostro organismo dipendono dal tipo di strumento e dalla modalità con la quale viene
    suonato. Tutte le percussioni lavorano sulla parte più bassa del nostro corpo sottile, stimolando le energie legate alla terra,
    agli istinti, ai movimenti emozionali e alla capacità di agire sul piano materiale. Ognuna di esse ha effetti più in un senso o in un altro a seconda della fattura e del modo in cui viene suonata.
    Gli strumenti a corde toccano livelli meno densi rispetto alle percussioni agendo più sul piano sentimentale, anche in questo caso in funzione dello strumento e della modalità con la quale viene suonato.
    Gli strumenti a suono indeterminato tendono a rompere schemi e strutture ormai pronte per essere abbandonate e donano al ricevente una armonizzazione generale grazie alla ricchezza di armonici del loro suono. Gli strumenti che emettono toni tendenzialmente puri, come le
    campane di cristallo, tendono ad eliminare le oscillazioni della mente aiutandoci ad allinearci su un pensiero o un’idea definita, o dandoci esperienza di quel vuoto mentale risanatore che con tanta determinazione perseguiamo con le più diverse tecniche fisiche e di meditazione e,soprattutto, facendoci sperimentare un senso di profonda armonia.
    La voce umana grazie alla ricchezza delle sue risonanze e al diretto collegamento con l’intenzione e la consapevolezza di chi la utilizza può raggiungere tutti i livelli energetici dell’individuo e la sua potenzialità è praticamente infinita.
    Le musiche creano effetti complessi dipendenti dalla struttura armonica e melodica del brano e dagli strumenti con cui viene eseguita.

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  3. L'influenza del suono e delle vibrazioni sul nostro corpo.

    Nel mondo esterno non ci sono suoni, ma solo vibrazioni, che il cervello percepisce come sensazioni sonore coerenti con lo sviluppo fisiologico dell'una o l'altra area cerebrale.

    Che cosa " sente " un bambino prima ancora di nascere?
    La vita prenatale è fondamentale nell'apprendimento, in particolare dopo 10 settimane, e il nascituro ha una predilezione all'apprendimento del suono. Nel mondo intrauterino infatti il liquido amniotico permette di trasmettere assai rapidamente i suoni, così che al 5° mese, l'esercizio di attivazione dei canali sensoriali attivi che correlano sonorità e movimento, è già sufficientemente maturo da permettere di riconoscere e ricercare la voce della madre. La maturazione psichica tramite il suono permette pertanto lo sviluppo dei circuiti cerebrali che si esercitano come pre-immaginazione cosciente nonchè come apprendimento onirico durante il sogno dell' infante.
    Ci può spiegare - in termini semplicissimi - che cosa succede nel cervello quando ascoltiamo un suono?
    Da quando la Risonanza Magnetica funzionale (RMf) ci ha permesso di osservare il cervello come sistema interattivo di apprendimento, abbiamo iniziato a comprendere che il cervello è un attivo analizzatore di frequenze udibili e ciò significa che non solo riceve vibrazioni dal mondo esterno, ma che produce attivamente dei suoni per cercare di distinguere similitudini e differenze rispetto a quanto è stato già memorizzato dal proprio sistema di apprendimento mnemonico.
    Una alterazione a tale produzione attiva di suoni induce la membrana auricolare a vibrare in modo anomalo così che sentiamo un tedioso fischio nell' orecchio detto ACUFENE.
    Pertanto il suono che ascoltiamo è ciò che viene generato interattivamente dalla attività selettiva e risonante tra cervello e vibrazioni esterne. Tale interazione avviene nel quadro delle sincronizzazioni possibili con le frequenze udibili tra 20 e 20.00 Hz( Cicli/sec). Quindi il cervello va cercando attivamente le vibrazioni e le trasforma in sensazioni sonore tramite un processo di riconoscimento mnemonico. Nel mondo esterno infatti non ci sono suoni ma solo vibrazioni che il cervello significa come sensazioni sonore. Infatti possiamo notare che come il bambino va cercando le sonorità della voce della mamma, l'uomo più in generale cerca di significare, tra tutte le sonorita dell' ambiente, quelle della voce umana, così che ad es. preferisce alla musica strumentale il canto di un cantante.
    Ci sono suoni piacevoli e suoni spiacevoli, irritanti. Così come c' è buona musica, dotata di armonia, e musica martellante. Quali sono le conseguenze degli uni e delle altre?
    Come conseguenza della ricerca attiva di sonorità fisiologicamente piacevoli, pertanto, ci sono alcuni elementi musicali che incrementano le abilità cognitive ed altri che tendono ad inibirle. Infatti il suono viene significato sia dall' emisfero sinistro che da quello destro e rispettivamente i due emisferi cerebrali preferiscono naturalmente quelle sinergie che hanno sonorità ritmiche ed armoniche coerenti con il proprio sviluppo fisiologico. Alcuni ricercatori nel 1993 hanno messo in evidenza il così detto “effetto Mozart”, capace con l'ascolto delle Musiche del Compositore Austriaco di influenzare l'organismo modificando lo stato emotivo, fisico e mentale in modo da rafforzare i processi creativi dell'emisfero destro. Certamente saper ascoltare buona musica influisce sul modo in cui percepiamo lo spazio-tempo e ciò conduce ragionevolmente a favorire le capacità di apprendimento. Le alte sonorità martellanti delle moderne discoteche, al limite dell'udibilità e prive di sinergie tra ritmi ed armonie, tendono inesorabilmente a favorire lo sballo della mente dei giovani che purtroppo inconsciamente ne subiscono la innaturale pressione.

    http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/influenza-del-suono-vibrazioni.php
    articolo di Paolo Manzelli-

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  4. La musica è nell’anima
    Nell’antica Grecia all’età di 11 anni ogni bambino suonava perfettamente due o tre strumenti. Oggi siamo fortunati se un bambino su dieci suona un solo strumento… Che cosa è successo? È possibile che i greci avessero tanto più talento di noi? Un tempo suonare uno strumento era del tutto naturale dato che la musica aveva un ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Era un mezzo espressivo già a partire dai riti tribali, fino a diventare una vera e propria arte, uno scrigno ricco di emozioni.
    Tutt’oggi le melodie hanno un forte impatto sulla nostra psiche, ma raramente riusciamo a beneficiarne appieno, limitandoci al solo ascolto. Le ragioni per cui una persona non impara a suonare possono essere molteplici. Fin da piccoli ci dicono che solo chi ha talento può diventare un buon musicista. Diamo per scontato che per poter imparare a suonare sia indispensabile essere intonati, avere buon orecchio e buon senso del ritmo. Così magari tanti di noi non ci provano nemmeno. Oppure, cominciamo a studiare, ma la complicatissima teoria e le difficoltà tecniche presto ci scoraggiano…
    Perché, se prima era tutto così facile, ora è tutto incredibilmente complicato? Che cosa è cambiato?
    La musica è parte dell'anima.
    In realtà non si tratta tanto del cosa, ma del come. Oggi l’insegnamento si basa sulle note, mentre i greci insegnavano le relazioni tra le note. Questa differenza, a prima vista poco significante, semplificava notevolmente lo studio della materia e permetteva di concentrarsi sulla vera abilità artistica: la comunicazione.
    Prendendo d’esempio il metodo dei greci, negli anni ’70 un musicista di origini scozzesi, Duncan Lorien, ha sviluppato un metodo con cui oggi insegna a suonare in diversi paesi del mondo. Duncan Lorien prima come studente, poi come docente ha potuto constatare che il sistema tradizionale con cui si insegnava la musica era troppo complicato e difficile da mettere in pratica.
    La musica è un’arte istintiva, il ritmo e la melodia permeano ogni aspetto della nostra vita. Il battito del cuore, il respiro, il canto degli uccelli, la nostra voce stessa... sono musica naturale. Tutti viviamo la musica, riconosciamo da poche note le nostre canzoni preferite e battiamo i piedi quando sentiamo una musica dal ritmo energico. Duncan voleva capire perché, se tutto questo ci viene così facile, non siamo in grado di imparare a suonare con altrettanta naturalezza.
    Dopo anni di ricerca ha riscoperto l’antico insegnamento dei greci su cui ha fondato il suo metodo rivoluzionario. Ad oggi circa 30 mila studenti hanno frequentato i suoi seminari. Con l’utilizzo della tastiera e della chitarra spiega passo dopo passo come è possibile imparare a sviluppare la nostra creatività e trasformarla in musica. Partendo dalle basi, il percorso di studio porta in tre giorni a leggere e suonare un brano di Bach anche chi non ha alcuna esperienza musicale. Una volta imparato il metodo, ogni partecipante può esercitarsi autonomamente a casa e continuare la formazione.

    articolo di Viktoria Pusker
    http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/potere-della-musica-anima.php

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  5. "Il tamburo è un invenzione della prima età della pietra, e simboleggia fin dalle sue origini la massima potenza. Questa non va però intesa semplicemente come dominio esteriore o materiale, perché è "potenza" anche la creatività puramente spirituale o biologica. Il tamburo di forma più antica, mediante il quale quella potenza si manifesta, è uno strumento culturale il cui suono riproduce la forma più pura e più astratta di tutti i ritmi vitali creatori e ordinatori. Quando il tamburo fa questo, si dice che parla, che parla solennemente…".
    Maurius Schneider

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